Ruggero Pegna: quando i grandi eventi si organizzano anche al Sud

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CULTURA INTERVISTE

Ruggero Pegna, quando i grandi eventi si organizzano anche al Sud

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Chi è Ruggero Pegna? Come mai dopo essersi affermato ha continuato a lavorare in Calabria e per la Calabria?

Sono un appassionato di musica, comunicazione, scrittura. Ho terminato gli studi di ingegneria e poi ho seguito le mie passioni. Sono passato dal fare radio e tv, con programmi musicali e sportivi, a rubriche di satira per quotidiani e pubblicazioni di vario genere, da raccolte di poesia a romanzi. A 22 anni, decisi di organizzare il mio primo concerto, puntando ad una delle band più celebri al mondo: gli Spandau Ballet. Ci riuscii, nell’incredulità di tutti e, da allora, ho organizzato centinaia di grandi eventi, ideando il festival del miglior live d’autore “Fatti di Musica“, eventi televisivi, anche in diretta Rai, e format originali di ogni tipo. Sono stato anche tra i soci-fondatori e dirigenti di “Assomusica”, l’associazione nazionale di organizzatori e produttori e, dal 2012 al 2016, ho rappresentato il comparto della Musica nella Consulta Ministeriale per lo Spettacolo. Sono rimasto in Calabria fondamentalmente per i legami familiari.

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Ruggero Pegna che riceve un riconoscimento per la sua carriera nel mondo dello spettacolo

Cosa pensano gli artisti che ha conosciuto della nostra terra? Ci racconti uno dei ricordi più belli che porterà sempre nel cuore.

Devo dire che, all’inizio, ho faticato a convincere molte produzioni a scendere quaggiù. La Calabria aveva una fama negativa, fatta di superficialità e mancanza del rispetto degli accordi. Ho ribaltato questa idea, imponendo una nuova immagine di capacità, affidabilità e creatività. In generale, la Calabria affascina per il mare e il calore della gente, poi delude per servizi e organizzazione.
I ricordi sono davvero tanti, legati eventi forse irripetibili per la Calabria: Tina Turner, Santana, Sting, Elton John, Mark Knopfler, James Taylor, Al Jarreau, ecc.. Un ricordo speciale è legato a Fabrizio De Andrè, uno dei miei miti. Gli regalai una delle mie prime raccolte di poesie, credendo che non l’avrebbe neanche aperta. In realtà, lesse ogni poesia e si complimentò, raccomandandomi di non smettere di scrivere. Organizzai anche il suo ultimo concerto a Roccella il 13 agosto del ’98. Quella sera capii che stava male, ma fece un concerto indimenticabile. Anche con Paolo Conte, altro mito personale, ho diversi ricordi. Dopo un concerto, gli chiesi del suo profumo e al Natale successivo me ne spedì una confezione rarissima da Parigi.

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Ruggero Pegna con i Negrita

La proposta culturale di una regione ci racconta qualcosa sulla sua identità? I gusti musicali delle persone ma anche il loro modo di pensare e di sognare? Chi sono i calabresi?

Molti calabresi sono da studiare. Se non c’è nulla si lamentano, se fai qualcosa sono spesso indifferenti, apatici, fino a lamentarsi se un ente pubblico investe briciole in spettacolo e cultura. Riguardo ai gusti, funzionano le cose più popolari e arcinote. Si punta al cantante col nome, mentre spesso ci sono interi spettacoli molto belli, musical, opere moderne. Molta attenzione al cibo, meno per la cultura e per le proposte di maggior spessore artistico. Poi ci sono gli esterofili. Se una star mondiale arriva qui, non hai meriti, vuol dire che è al tramonto. Quando portai Santana a Lamezia, dissero che era un musicista finito. L’anno dopo vinse 10 Grammy Award, l’Oscar della musica mondiale. Il gusto di alcuni è anche dire “io l’ho visto a Milano o a Londra”.

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Ruggero Pegna con la cantante Noa

Com’è cambiato il contesto culturale calabrese da quando lei ha iniziato? Ci sono realtà giovani a Lamezia sulle quali scommetterebbe per la costruzione del futuro della città?

Sicuramente ho portato qui lo spettacolo dal vivo, inteso come qualcosa di professionale e non più occasionale. Ho favorito una nuova mentalità, di attività non convenzionali, costruendo un’impresa nell’arte dello spettacolo, che è un modello da imitare. È un lavoro molto complesso. Si può iniziare, ma non è facile resistere. Ho superato molte prove e ostacoli, dimostrando che la caparbietà batte burocrazia e rivalità.
Rispetto alla seconda parte della domanda, certamente a Lamezia ci sono stati e ci sono giovani capaci. È da capire quanto siano disposti a immolarsi per il futuro della città, nel rispetto della legalità. Molti vanno via, altri pensano solo al proprio successo economico. Non è una città semplice. Anche in questo caso si sottovaluta la costruzione di una visione comune della città del suo reale sviluppo. Lamezia ha potenzialità eccezionali, che non ha nessun’altra città calabrese.

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Ruggero Pegna ad una manifestazione a Scilla

L’introduzione dei bandi europei ha modificato il modo di organizzare manifestazioni di interesse culturale? Se sì, in positivo o in negativo?

Pro e contro. È certamente positivo che arrivino fondi per la cultura, però troppo spesso lascia a desiderare la gestione di questi fondi da parte della Regione. Polverizzazione delle risorse, clientela, scarsa competenza, mancanza di rispetto per il merito, incapacità di distinguere qualità e spessore artistico-culturale finiscono spesso per trasformare i contributi in spreco, svilendone le effettive ricadute positive (di ogni tipo) sul territorio. Basta dire che la mia i, mpresasolo per il fatto di essere tale, cioè il soggetto giuridico-fiscale e professionale più idoneo, oltre a vantare curriculum e storia qui ineguagliabili (con il progetto principale per numeri ed eventi), ha avuto addirittura dimezzati i contributi rispetto ad associazioni ed enti che si trovano alle spalle in graduatoria. Qualcuno diceva ‘gli ultimi saranno i primi’, ma si riferiva ad un altro mondo e, comunque, non ai bandi pubblici.

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Ruggero Pegna con Caetano Veloso al Parco Scolacium

Da Caetano Veloso, musicista di fama mondiale, ai The Giornalisti, band indie di oggi: come si scelgono gli artisti da proporre?

La mia direzione artistica cerca di coniugare da sempre spessore artistico, attualità, qualità degli allestimenti, puntando a presentare eventi unici e originali, artisti che hanno fatto la storia internazionale della musica e, al contempo, proposte nuove ma con contenuti artistico-musicali importanti. Ho anche ideato il Premio Riccio d’Argento ai “Migliori Live d’Autore”, che realizza l’amico Gerardo Sacco; riconosciuto oramai da tutto il settore, tra i connotati identificativi del mio festival a livello nazionale.

Quali sono i nuovi progetti a cui sta lavorando?

Sono già partito con la presentazione della trentatreesima edizione del mio festival, che comincerà con il musical originale Dirty Dancing il 23 e 24 gennaio a Cosenza e Reggio. Poi tantissimi appuntamenti, tutti presenti nel mio sito ufficiale www.ruggeropegna.it. Sarà l’anno del quinto centenario della beatificazione di San Francesco di Paola e spero che vada in onda su una prestigiosa rete televisiva la mia produzione dell’Opera Musical sulla Sua vita, composta dal maestro Francesco Perri. Sto lavorando anche ad una nuova produzione teatrale su Natuzza Evolo.

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Ruggero Pegna alla presetazione del suo libro in una scuola

Il suo ultimo romanzo “Il Cacciatore di Meduse” è tra i 13 libri consigliati dalla World Social Agenda agli studenti delle scuole superiori sul tema ‘Migranti e diritto al futuro’. Come concilia quest’attività e quali sono le sorprese in arrivo?

Sì, il racconto del piccolo Tajil continua ad emozionare e commuovere, è pieno di umanità. È stato introdotto in molte scuole. Mi dicono che sia un romanzo bellissimo, tra i più belli letti da alcuni, anche se qui molti hanno difficoltà a concepire e accettare questa mia attitudine letteraria, snobbandola. Per scrivere mi ritaglio spazi nelle ore serali e talvolta notturne. È una grande passione, mi rasserena. Ora sto lavorando ad un nuovo romanzo. Spero che sia un’altra bella storia, ancora tra fiaba e realtà!

Ruggero Pegna, quando i grandi eventi si organizzano anche al Sud ultima modifica: 2018-12-20T08:30:10+01:00 da Anna Colistra

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