L’arte è un’evocazione di bellezza che suscita un desiderio misterioso: quello di saper guardare il mondo con occhi nuovi. Con questa idea un gruppo di ragazze e ragazzi di Lamezia Terme impegnati nella cultura e nel sociale hanno deciso di proporre alla città, nel periodo natalizio, una Collettiva di Arte Contemporanea, arricchita da una serie di eventi. Diversi autori, ognuno con la propria forma espressiva, esporranno le loro opere intorno al concetto di “Equatore”, che dà il titolo alla mostra.
La mostra e il concept
Dal 21 dicembre al 5 gennaio, gli spazi espositivi del CRAC (Centro di Ricerca per le Arti Contemporanee) si riempiranno di installazioni site-specific, di esperienze visive e sonore, di opere pittoriche, fotografie e sculture. Il filo conduttore che unisce e lega tutte le opere è rappresentato dalla riflessione comune che ha accompagnato l’ideazione della mostra. L’Equatore, termine apparentemente così immediato, viene infatti declinato da ognuno degli artisti nelle sue molteplici suggestioni. Alcune di queste sono suggerite nella poesia che condensa il Concept e nel Manifesto, che rappresenta una sorta di carta di identità poetica della Collettiva Artistica. L’Equatore, allora, diventa “l’abbraccio più grande del pianeta”, la “linea che conosce il mondo perché lo attraversa”, il punto in cui i due emisferi nord e sud si incontrano identici e cuciono il mondo intero in cui viviamo: uno.
Il paesaggio “umano”
La mostra collettiva si sviluppa, inoltre, intorno a una meditazione più ampia che, attraverso l’arte, invita a riflettere sulle strutture sociali in cui viviamo. L’equatore, infatti, nella sua semplicità lineare e geografica, diventa simbolo di una riflessione sul paesaggio “umano”. Inteso non solo come “spazio degli uomini”, ma come spazio “puro, autonomo nella sua esistenza, attraverso il quale comprendere l’uomo in qualità di abitante di luoghi che lo precedono, lo contengono prima e oltre le categorie che l’umanità si è data per pensarsi, perimetrarsi e rinchiudersi”.
Gli artisti
Sono sedici gli artisti che esporranno le loro opere, selezionati dal direttore Luigi Giudice. Tutti calabresi, hanno condotto la propria ricerca artistica in diverse città d’Italia e d’Europa, sviluppando con indipendenza la propria visione e le forme espressive per rappresentarla. Alcuni di loro hanno risonanza nei circuiti espositivi nazionali ed internazionali. Tra gli altri, Pasquale De Sensi, pluripremiato artista lametino, che per Equatore espone un lavoro inedito. De Sensi nelle sue opere solitamente conduce l’immaginario collettivo in uno spazio surreale attraverso un accostamento inaspettato di immagini e la ricostruzione o decostruzione di ciò che esse rappresentano. Altro nome di spicco è Anna Capolupo, vincitrice del premio internazionale Limen Arte e del Combat prize, sezione grafica, nel 2015, che esplora i “non luoghi” delle città, così come i volti umani, attraverso un filtro evocativo che ne sfuma i contorni e le fattezze per esplorarne il contenuto inconscio.
Gli eventi
Nel corso della mostra, Equatore ospiterà una serie di eventi. Si comincia il 21 dicembre, giorno dell’inaugurazione, con il concerto di Boto Cissokho. Cissokho è Griot senegalese, cantante e polistrumentista; suona la Kora, strumento di cultura Mandinga che la sua famiglia tramanda da generazioni. Ad Equatore suonerà in trio con musicisti italiani, mescolando culture con grande armonia. Nei giorni successivi Equatore propone una performance teatrale di Achille Iera, il dj-set dei Meta e aperitivi offerti dall’Agriturismo Costantino. Ci saranno ancora esperienze sensoriali basate sula degustazione dell’olio, a cura del consorzio Lametia Dop, e una selezione di cortometraggi proposti da Guarimba Film Festival. È in programma, inoltre, una cena somala, organizzata all’interno dello spazio espositivo secondo la tradizione del paese del Corno d’Africa. La cena sarà accompagnata da un’offerta poetica e installativa del vino prodotto da CantinArtaud.