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Pasquetta fuori porta: dalla galinea al Color Fest

tavolo da picnic con tovaglia a quadri rossa e cestino portapranzo

“Che fai a Pasquetta?” Quante volte ci hanno rivolto o abbiamo noi stessi posto la fatidica – e da molti tanto odiata – domanda? Nonostante sia diventato ormai lapalissiano che sarà una giornata bagnata, sono tanti i pensieri che arrovellano la mente di chi è in procinto di organizzarla. La spesa da fare, i chilometri di coda in autostrada, il posto da scegliere, il meteo da controllare, gli scongiuri affinché non piova, l’amico da convincere. Al di là degli aspetti meramente tecnici, però, la scampagnata di Pasquetta rappresenta, da sempre, un avvenimento imprescindibile per tutti gli italiani.

gazebo con tavoli e panche in una pineta

Un gazebo presente nel parco avventura “Sorvolandia”, luogo ideale per trascorrere la Pasquetta

Per la gente del sud, ancor di più, si tratta di una questione di capitale importanza. Nella settimana che precede la Pasqua, infatti, tra leccornie da preparare e l’accoglienza da riservare ad amici e parenti, c’è da pianificare anche il lunedì dell’Angelo.
Ma perché per gli italiani la Pasquetta è così importante?

Le origini cattoliche della Pasquetta

Il giorno successivo alla Pasqua, detto comunemente Pasquetta o lunedì dell’Angelo, nel calendario liturgico-cattolico è definito lunedì dell’Ottava di Pasqua. Ed è proprio nel mondo ecclesiastico, e in particolare nel cattolicesimo, che vanno ricercate le origini primordiali di questa festività. In questo giorno, infatti, si ricorda l’incontro di Maria di Magdala e di Salomé con l’angelo annunciatore della resurrezione di Cristo. Per giunta, anche la rituale scampagnata divenuta l’emblema della Pasquetta, nasce da un passo del Vangelo.

immagine di una Croce su uno sfondo celeste e viola

La croce latina, emblema del cristianesimo

Lo stesso giorno della resurrezione, infatti, Gesù appare a due apostoli in viaggio verso Emmaus, fuori dalle mura della città. In memoria di quell’incontro, quindi, la Pasquetta si trascorre ancora oggi “fuori le mura” o “fuori porta”.

Il lunedì dell’Angelo nella tradizione popolare

Comunemente si pensa che l’espressione “Lunedì dell’Angelo” provenga anch’essa dalla confessione cattolica per il richiamo alla figura spirituale. In verità, l’appellativo è stato attribuito alla ricorrenza dalle istituzioni nel dopoguerra, per indicare il giorno di festa dopo quello pasquale. Terminata la guerra e ripresi i naturali ritmi lavorativi, infatti, il governò pensò di concedere ai lavoratori, un ulteriore giorno di riposo da trascorrere in famiglia e con gli amici. Il termine pasquetta, così come l’usanza di spostarsi fuori casa divenuta ben presto una vera e propria tradizione, cominciò a diffondersi a macchia d’olio soprattutto negli anni ’50. A seguito del boom economico, infatti, erano molte le famiglie che potevano oramai permettersi mezzi di trasporto privati.

immagine di una moto, Vespa ferma in una strada sterrata

L’iconica Vespa, mezzo con il quale le famiglia si spostavano nella giornata di Pasquetta

Ancora oggi, nell’immaginario collettivo, e nella memoria di chi quegli anni ha avuto la fortuna di viverli, l’iconica Vespa 50 e la senza tempo 500 Fiat, rappresentano il simbolo della gita di pasquetta.

La galinea di derivazione ebraica

La commistione tra religione e tradizione, in Calabria, è sempre stata particolarmente pregnante. Basti pensare che, soprattutto tra i nostri nonni, era uso comune indicare questa ricorrenza con il nome di “galinea” o “galenea”. L’etimologia di questa parola deriverebbe dalla regione palestinese della Galilea, nella quale, secondo i testi sacri, Gesù risorto appare ai suoi discepoli. Tra l’altro, in Calabria, fino a epoche neanche poi tanto remote, era il martedì il giorno da dedicare a questa ricorrenza, così come avveniva nella Pasqua ebraica.

La Pasquetta povera dei calabresi

Questo accadeva soprattutto nelle famiglie meno abbienti, alle quali non era concesso il riposo durante le festività. Anzi, era proprio in quei giorni che si lavorava di più.

foto di una famiglia degli anni ottanta che festeggiano la pasquetta

Una vecchia foto scattata nel 1988 che ritrae una scampagnata di Pasquetta

Al servizio dei padroni del paese, mentre gli uomini si occupavano del raccolto, alle donne era affidata la gestione della ricca cucina del feudatario. Le case dei proprietari terrieri in quei giorni si riempivano di ospiti, e alle donne spettava il compito di preparare i dolci pasquali. Neanche il giorno successivo alla Pasqua era consacrato al ristoro: gli uomini terminavano il lavoro agricolo, mentre le donne si premuravano di rassettare la casa del padrone. Se questi, però, era un uomo prospero non solo di denaro ma anche di spirito, allora donava le rimanenze della Pasqua ai suoi dipendenti. Al personale di servizio, veniva così concesso un solo giorno di tregua dal lavoro, che in molti casi coincideva proprio con il martedì. Una intera giornata da trascorrere con le persone care. L’occasione per riposarsi e, nel contempo, condividere un pasto ricco, cosa che non capitava di certo tutti i giorni.

due vassoi di carne grigliata e uomo con grambiule

Ogni scampagnata di Pasquetta che si rispetti deve prevedere, all’interno della compagnia, un adetto al barbecue

La tradizione di festeggiare la pasquetta il martedì, con il tempo si è persa quasi in tutti i luoghi. È rimasta molto viva, invece, l’usanza di riunire la famiglia o la compagnia di amici e spostarsi fuori casa. Che si scelga il mare o la montagna, ogni angolo della Calabria si presta a essere lo scenario perfetto per una scampagnata all’insegna dei panorami mozzafiato, della allegria e del buon cibo locale, spesso preparato con le proprie mani.

La Pasquetta targata Color Fest

La bellezza delle tradizioni non sta solo nella loro ripetizione immutata. Le tradizioni sono belle anche perché ogni generazione apporta qualcosa di nuovo, qualcosa di rivoluzionario che si mescola e si aggiunge a quello che viene tramandato dagli arbori dell’umanità. Oggi, infatti, insieme alla consuetudinaria scampagnata fuori città, i giovani lametini – e non solo – avranno l’opportunità di trascorrere questa ricorrenza insieme alla grande e allegra famiglia del Color Fest.

la piscina dell'Agriturismo Costantino

La suggestiva location della Pasquetta firmata Color Fest

I padri del festival, che si è guadagnato un posto d’onore nella scena musicale indipendente, replicheranno la giornata di festa anche a Pasquetta . La cornice della giornata firmata Color Fest sarà l’agriturismo Costantino, la suggestiva location situata nel vicino comune di Maida. Una line up di tutto rispetto, costellata da nomi di spicco dell’attuale panorama indie-pop. Cimini, Scarda, Pràino, Al The Coordinator, sono solo alcuni degli artisti che incendieranno l’agriturismo Costantino. Buona musica, tanta voglia di stare insieme, l’immancabile cibo locale e una dose smisurata di spensieratezza saranno gli ingredienti imprescindibili della giornata. E forse, in fondo, nonostante il passare degli anni e il ricambio generazionale, certe cose non cambiano mai.

Pasquetta fuori porta: dalla galinea al Color Fest ultima modifica: 2019-04-20T09:03:48+02:00 da Martina Falvo

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