Dalida, icona della canzone con sangue calabrese nelle vene

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PERSONAGGI STORIE

Dalida, icona della canzone con sangue calabrese nelle vene

Dalida-ritratto

Sembra la trama di un’opera drammaturgica la vita di Iolanda Cristina Gigliotti, in arte Dalida. Nata al Cairo, vissuta a Parigi e legata indissolubilmente alle sue radici calabresi, ha trascorso un’esistenza costellata da successi e amori tormentati. Spesso ricordata come una star malinconica, segnata dalle tragedie succedutesi nella sua vita, Dalida era molto più di questo. Artista poliedrica, impegnata in prima linea nella difesa dei più deboli, fu icona di stile e antesignana della disco music.

Le origini calabresi

Iolanda nasce il 17 Gennaio del 1933 al Cairo, in Egitto. Le sue origini genealogiche e culturali appartengono, però, all’Italia. Il nonno Giuseppe era nato a Serrastretta ed emigrato poi al Cairo. La famiglia Gigliotti, però, ha sempre mantenuto vivo il legame con la terra che ha dato i natali ai suoi antenati. Tutti gli atti dello stato civile di Dalida, infatti, sono custoditi presso gli archivi del comune di Serrastretta.

Dalida-Atto di nascita

L’atto di nascita di Dalida, conservato al comune di Serrastretta

Non solo un rapporto di sangue, ma anche di lingua. In casa Gigliotti, infatti, si è sempre continuato a parlare il dialetto calabrese. Il sodalizio tra l’artista e le sue radici viene sancito nel 1962, quando Dalida visita il paese montano. Accolta con grande entusiasmo e acclamata dall’intera cittadinanza, Iolanda Gigliotti rimarrà sinceramente commossa dall’ospitalità che le viene riservata. Tanto da spedire, al suo rientro, all’allora primo cittadino di Serrastretta, Menotti Mancuso, una corrispondenza colma di emozione e gratitudine.

Dalla fascia di bellezza al disco di diamante

La fascia di Miss Egitto, ricevuta a soli 17 anni, è il primo tassello di una vita piena di premi e onorificenze. In una carriera lunga un trentennio, si stima abbia venduto tra i 120 e i 140 milioni di dischi. Altri 20 milioni sono stati venduti dalla sua morte a oggi.

parete allestita con foto di Dalida

Scatti, gigantografie e dischi dell’artista, presenti presso la casa-museo Dalida a Serrastretta

Sceglie la ville lumiere per debuttare come cantante e, nel 1957, vince il primo disco d’oro. Pur essendo la prima donna a ricevere il disco di platino, il premio non basta a glorificarne la grandezza, tant’è che viene creato appositamente per lei il disco di diamante. La partecipazione a Sanremo nel 1967 con il brano “Ciao amore ciao” al fianco di Luigi Tenco, a lei sentimentalmente legato, consacra entrambi agli annali della musica italiana. L’edizione sanremese è, però, segnata dalla tragedia. Forse profeticamente annunciato con “E un bel giorno dire basta e andar via”, il corpo di Tenco viene ritrovato senza vita in una camera d’albergo. L’accadimento segna profondamente la vita della cantante. Il sorriso solare e la vitalità di Iolanda lasceranno il posto al “male di vivere”, quell’amaro sentimento di inquietudine che non l’abbandonerà più.

parete allestita ritratti di Dalida

Una parete allestita con gli scatti inediti della star nella casa-museo Dalida

Ritornata sulle scene, neanche l’affetto del pubblico basterà a lenirne la ormai minata stabilità emotiva. Il 3 maggio del 1987,al terzo tentativo, Dalida riesce a porre fine a quella vita che, oramai, era divenuta “insopportabile”.

Serrastretta ricorda Dalida

Nel 2017 il comune di Serrastretta ha colto l’invito, rivoltogli dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, di partecipare alla cerimonia organizzata a trent’anni dalla morte dell’artista. La delegazione, capitanata dal sindaco Felice Molinaro, si è recata nella città d’oltralpe per la commemorazione, conclusasi con la deposizione di un mazzo di rose bianche sulle sue spoglie, conservate al cimitero di Montmartre.

visita di Dalida a Serrastretta e brindisi con il sindaco

Uno scatto che immortala la visita di Dalida al borgo montano, fotografata accanto all’allora primo cittadino di Serrastretta Menotti Mancuso

Ad agosto dello stesso anno e a ottobre di quello successivo, il borgo del Reventino è diventato scenario di due eventi a lei dedicati. Le manifestazioni hanno visto la partecipazione di celebri nomi dello spettacolo e la presenza di un pubblico numeroso, accorso da ogni parte della regione, per ricordare la star che ha sempre ricalcato le origini delle quali andava fiera.

La casa-museo allestita in suo onore

La memoria dell’artista viene oggi mantenuta viva dalla Associazione culturale Dalida. Promotori di eventi a lei dedicati, di progetti realizzati in collaborazione con le scuole, e di manifestazioni organizzate nel borgo con rappresentazioni grafiche e scultoree della diva, nel 2007 l’associazione apre la “casa-museo Dalida”.

Dalida-scatti inediti

Una copia delle fotografie inedite scattate alla star dal fotografo Giuseppe Palmas a Roma nel 1959, conservate alla casa-museo Dalida

Una galleria allestita in maniera certosina, composta da gigantografie pervenute da donazioni private, fotografie che ritraggono la visita di Dalida a Serrastretta e scatti inediti dell’artista. Un percorso visivo ed emozionale che permette di addentrarsi nella vita di una star indimenticabile, e riscoprirne un lato inconsueto: quello umano, quello della solare donna del sud. Riscoprendone le origini, possiamo forse sperare di redimere quell’Italia che “non l’ha capita”, come lei stessa dichiarò in una celebre intervista.

Dalida, icona della canzone con sangue calabrese nelle vene ultima modifica: 2019-02-19T11:05:56+01:00 da Martina Falvo

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