Vent’anni senza Giovannino Macrì, lametino doc che nella sua breve ma intensa vita si è distinto per la sua grande umanità ed il suo estro creativo. Uomo e stilista di incommensurabile eleganza artistica, emblema di passione e fede calabrese.
Giovannino Macrì: tra sogno e realtà
Il compianto Giovannino Macrì rappresenta uno dei primi stilisti lametini che ha fatto parlare di sé e della sua terra. Di grande lungimiranza stilistica ha, se pur giovanissimo, conquistato l’affetto e la stima di un settore che, come quello della moda, spesso è ostico ed irraggiungibile. La sua passione ed il suo sognare sempre in alto, lo ha portato a conquistare in poco tempo il gotha degli esperti del settore. La sua più grande virtù è stata quello di riuscire a volare e sognare mantenendo però, sempre il contatto con la realtà. Umile di carattere ma ambizioso come stilista, Giovannino ha iniziato la carriera nel mondo della moda, con grinta e sempre pronto a ricevere nuovi stili, contemplando la bellezza in tutte le sue forme. Un esteta, cantautore della moda, lasciava che la stoffa producesse melodia con il movimento e la sinuosità.
Giovannino: il pittore della moda
Giovannino con grande lungimiranza osservò la moda e ne diede una perfetta chiave di lettura. Il suo stile era di estrema eleganza, dal carattere deciso e spirito frizzante. Amava non vestire le modelle, ma fare del corpo femminile un capolavoro, perfetto equilibrio tra sensualità e dolcezza. Come un pittore sfiorava la stoffa, dipingeva la tela e chiedeva a bellissime donne, di donare sorriso e vitalità.
Prediligeva il colore nero, così come i maculati, tigrati e zebrati, anticipando la moda che sarebbe arrivata a distanza di poco tempo dalla sua morte. Modello di ispirazione per la moda di Giovannino fu lo stilista calabrese Versace, dal quale assorbì l’originalità delle stampe, il calore dei colori, l’audacia dell’osar con arte. Anche nel campo artistico, riuscì a cogliere i talenti di molte giovanissime modelle divenute poi, attrici, donne di spettacolo, soubrette. Credeva nel talento, nella ricchezza artistica della sua terra, nella moda quale strumento comunicativo di emozioni e cultura.
La fede e la passione in tutto
Lo stilista lametino ha portato avanti la sua vita affidandosi sempre e solo al Signore. Fede e passione coesistevano perfettamente nel suo animo. La passione era il motore terreno ed il sentimento religioso, linfa di vita. Giovannino ha perfettamente incarnato il pensiero di D’Annunzio: “La passione in tutto. Desidero le più lievi cose perdutamente, come le più grandi. Non ho mai tregua“. Non aveva mai tregua Giovannino nella creazione e nella preghiera. La malattia lo ha costretto a sofferenze fisiche ma mai spirituali.
Il suo sorriso brillava ancor di più, nel momento della prova, quando dalla stanza di un ospedale doveva infondere coraggio ad amici e parenti. La sua forza era San Francesco da Paola, la Madonna, l’amata famiglia, gli amici. Un legame viscerale lo univa ai suoi fratelli e sorelle che oggi, ricordano non la scomparsa ma la sua esistenza. Importante per Giovanni, erano i sentimenti delle fratellanza e solidarietà. Mise a disposizione infatti, la sua arte per organizzare importanti manifestazioni di solidarietà e beneficenza. Uno stilista dunque, modello di vita e maestro di passerella.