Padre Paolino Tomaino, una vita in missione per l'Africa - itLameziaTerme

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INTERVISTE PERSONAGGI

Padre Paolino Tomaino, una vita in missione per l’Africa

Padre Paolino missionario in africa

Ci sono scelte che cambiano la propria vita per sempre, conducendoci verso sentieri misteriosi eppure ricchi di esperienze, di volti e di storie. Di queste scelte abbiamo parlato nel nostro incontro a distanza con padre Paolino Tomaino, missionario comboniano partito dalla Calabria negli anni Sessanta alla volta dell’Uganda, in Africa.

Insegna ospedale "Lamezia" in Uganda

Lamezia ha un rapporto particolare col religioso, tant’è che non poche sono state le iniziative promosse a sostegno della sua missione. Tra queste anche la costruzione di un piccolo ospedale che porta il nome della città della piana.

Padre Paolino, la scelta di una vita di fede

Quando si fa strada in lei la necessità di mettersi al servizi dell’altro?
Per rispondere a questa domanda devo percorrere a ritroso la mia vita, fino all’infanzia. Tempi in cui si faceva a pugni con la povertà e solo le famiglie benestanti potevano far studiare i propri figli. Nella mia famiglia nessuno avrebbe mai pensato che uno dei suoi componenti avrebbe potuto studiare oltre la quinta elementare! Eppure accadde. Fu il mio maestro delle elementari a convincere mio padre.

Padre Paolino durante una conferenza
Padre Paolino Tomaino

Dal partito comunista all’Azione cattolica

Tutto è iniziato in quel momento. Dopo le medie compresi che l’unico modo per mettermi al servizio dell’altro, lì nel mio paese, sarebbe stato insegnare ciò che sapevo fare. Così iniziai ad aiutare i bambini che vedevo arrivare a piedi dalle campagne. L’unico luogo a disposizione era la sede del Partito comunista. Posso dire che in quei posti ci sono le fondamenta della mia attività missionaria, lì ho iniziato ad ascoltare il lamento dei lavoratori. Su questa strada dedicata agli altri incontrai poi l’Azione cattolica e capii che qualcuno lì mi stava aspettando da sempre.

Padre Paolino e don Saverio Gatti

Un incontro che si concretizzò con la figura di don Saverio Gatti, un tipo ascetico, apparentemente severo, ma sempre circondato dai giovani e col sorriso sulle labbra. Fu il primo prete con cui entrai in contatto. Non capivo molto di ciò che diceva anche perché fino ad allora avevo sempre sentito parole negative su preti. Ascoltandolo iniziai a chiedermi se, nelle vesti di prete, avrei potuto mettermi ulteriormente al servizio dei poveri.

Padre Paolino Con I Bambini africani

Compresi che era quella la mia strada. Nelle mie scelte non ho mai sentito il bisogno di chiedere permesso ai miei genitori. Solo consegnai loro la lista delle cose da comprare. E così, col sogno e l’entusiasmo che di poter cambiare la sorte dei poveri e di tutti gli sfruttati del mondo, a diciotto anni entrai nel seminario di Catanzaro.

Dalla Calabria all’Africa, la partenza del missionario

Dalla Calabria all’Africa, un passo lungo che tutt’oggi, a distanza di poco più di cinquant’anni, continua ad essere costruttivo. Quando e come è nata questa scelta?
“Nihil obstat”. Queste le parole che scrisse il mio vescovo di allora. Avevo 18 anni, la famiglia contraria alla mia scelta missionaria, dello stesso parere anche il sacerdote del mio paese. Il vescovo mi dava carta bianca eppure, stretto nella morsa dell’ansia e dei conflitti con i miei cari, compresi l’esatto contrario e caddi in un ulteriore sconforto. Solo una seconda lettura mi schiarì le idee. Con quel nulla osta in mano tutti i contrasti mi parvero inutili.

Padre Paolino con i bimbi della scuola

Nihil Obstat

L’idea era però maturata molto prima, quando in seminario venne a farci visita padre Enrico Farè, missionario comboniano che ci parlò di Daniele Comboni e della sua missione in Sudan, dove morì a 50 anni. Era vita vissuta, non letta sui libri. Più il missionario parlava dell’Africa, più io maturavo la decisione di partire. Oggi, dopo sessant’anni, mi meraviglio ancora di come abbia potuto scegliere una cosa così importante sicuro che quella sarebbe stata la mia vita e la mia strada! Avevo solo 18 anni!

Padre Paolino con i bambini della missione

Padre Paolino e l’Uganda

Oggi si fa un gran parlare di Africa e di africani, ma in genere mancano le conoscenze di base per fornire quadri corretti della situazione reale. Lei ha trascorso quasi tutta la sua vita in Uganda, toccando con mano quella realtà. A fronte della sua costante e concreta esperienza, di cosa parliamo quando parliamo di Africa?
Su questo punto forse non sono abbastanza competente. Tuttavia vorrei usare le parole del missionario padre Alex Zanotelli che, scrivendo ai giornalisti, ha affermato che c’è da piangere sulla malvagità dei Paesi occidentali nei confronti dei popoli africani. Lupi e sciacalli che non sono mai soddisfatti di strappare le carni di questa gente.

La malvagità dell’Occidente

Io sono in Uganda dal 1965, questo Paese ha ottenuto l’indipendenza dall’Inghilterra solo due anni prima, quindi ne ho vissuto tutta la storia. Non mi sono mai allontanato, neanche quando in Uganda i missionari venivano uccisi. Questo Paese ha attraversato anni tragici e sanguinari, dovevamo tenere vive la speranza e la fede e avevamo poca voglia di comprendere le ragioni dei conflitti o di fare manifestazioni e scioperi della fame.

il prete con due bambini africani

Padre Paolino: sui migranti solo tanta disinformazione

Tuttavia quando venivo in Italia parlavo poco in pubblico degli africani. Questa è la mia famiglia e non avevo voglia di mandarla in pasto alla curiosità della gente. Parlavo solo con chi sapevo che avrebbe capito. Purtroppo oggi, con la disinformazione sulla tragedia dei migranti, le incomprensioni stanno crescendo a dismisura. Ringrazio Dio però che i miei amici e benefattori si siano difesi da questo virus di rigetto dello straniero. Io dico sempre che se si vuole conoscere un umano come Dio lo ha creato, bisogna uscire dal mondo occidentale! E per fortuna la solidarietà umana non è scomparsa, è nascosta ma è ancora presente. Io ne so qualcosa!

Una missione sempre in divenire

Da quando è arrivato in Uganda la prima volta ad oggi, cosa è cambiato?
In riferimento alle zone in cui sono stato, aree rurali dove vivono le persone più povere, la situazione è molto cambiata in sessant’anni. Tuttavia non provo alcuna soddisfazione personale, ma una grande gratitudine verso chi mi ha sostenuto, in primis la diocesi di Lamezia Terme. I benefattori esterni sono i veri fautori del cambiamento. Qui il lavoro non è finito, ho superato gli ottant’anni ma non vado in pensione!

L’ultimo sforzo di Padre Paolino

Abbiamo ancora un ultimo sforzo da compiere! Si tratta della scuola superiore per ragazze dai 12 ai 20 anni. Sono state sostenute in questi anni per le scuole primarie, non possono essere abbandonate ora. Guardate le vostre figlie, le vostre nipotine e pensate che ci sono bambine e ragazzine come loro che hanno bisogno di essere salvate davvero da tanti pericoli. Solo concludendo quest’ultimo obiettivo padre Paolino potrà prepararsi per il felice viaggio, come diceva mio nonno!

Padre Paolino con due bambini

Il saldo rapporto tra Lamezia e la missione ugandese

Il lavoro di padre Paolino Tomaino in Uganda non si arresta, è radicato in Africa quanto in Italia grazie a una rete di sostegno che consente, con fede e risorse economiche, di proseguire il cammino di crescita delle missioni. A Lamezia, soprattutto, dal 1997 è presente l’associazione Amici di padre Paolino – ONLUS. Il gruppo di sostenitori, provenienti dalla città della piana e dal suo hinterland, è stato fondato con lo scopo principale di raccogliere le offerte per le adozioni a distanza dei bambini e dei ragazzi ugandesi, ma si è esteso ad altre attività volte a sostenere economicamente anche gli altri progetti del missionario calabrese che ha speso tutta la sua vita per i fratelli africani.

(Si ringrazia Padre Paolino Tomaino per la gentile concessione dell’intervista e delle immagini)

Padre Paolino Tomaino, una vita in missione per l’Africa ultima modifica: 2019-08-27T08:52:10+02:00 da Daniela Lucia

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