Luoghi del cuore è la campagna del Fondo ambiente italiano, meglio noto con l’acronimo FAI. Lo scopo di questa iniziativa, arrivata alla sua decima edizione, è la promozione di luoghi, monumenti o patrimoni naturali che potrebbero lentamente cadere nell’oblìo.
Salvare la memoria per tutelare le radici della nostra cultura, potrebbe essere così sintetizzato il fine ultimo di questa campagna che ogni anno propone nuovi scorci del meraviglioso Belpaese.
Le due fasi della campagna
Essendo il 2020 un anno pari, siamo nel pieno della prima fase del progetto definita Censimento. Tale fase prevede la presentazione dei luoghi e la raccolta dei voti, esprimibili fino al prossimo 15 dicembre attraverso un semplice clic nel portale del FAI. La seconda fase, chiamata Bando, è associata agli anni dispari: a quel punto, tutti i luoghi che avranno ottenuto più di duemila voti, potranno presentare un progetto e aderire al bando. Inoltre, proprio alla luce dei voti raccolti, si decreterà il podio dei tre luoghi più votati.
Luoghi del cuore nel lametino
Non pochi sono i Luoghi del cuore segnalati in Calabria, molti dei quali si trovano proprio nell’hinterland di Lamezia Terme. Proprio su questi siti ci soffermeremo nel nostro breve excursus per illustrare i ‘gioielli’ nascosti delle colline lametine. Se andiamo più nello specifico, ad esempio, possiamo scoprire che solo all’interno del territorio comunale di Curinga i siti proposti sono ben otto: le Terme romane di Acconia, il Platano di Vrisi, il convento di Sant’Elia con il santuario di Maria Ss. del Carmelo. E, ancora, la chiesa dell’Immacolata, palazzo Bevilacqua, la Marina, la Chiesa matrice con il parco annesso e, infine, la pineta di pini marini.
Le Terme romane di Acconia
Risalente al III-IV secolo d.C., il complesso termale romano si trova a ridosso di Acconia, quartiere marino di Curinga. Si è potuta dedurre la contestualizzazione storica dell’edificio grazie al ritrovamento di una moneta di bronzo diocleziana. L’ipotesi è che la costruzione appartenesse ad alte cariche governative dell’epoca. Per quanto riguarda invece le tecniche utilizzate per la costruzione del complesso, si può affermare che la costruzione è l’unico edificio attualmente scoperto in Italia che vanta l’applicazione di tecniche in uso nelle costruzioni dell’Africa romana.
Un platano millenario tra i Luoghi del cuore
I Luoghi del cuore di Curinga comprendono anche il Platano millenario di Vrisi. Alto all’incirca venti metri, con una circonferenza del tronco di 18 metri, il vecchio platano si erge in un terreno fertile a pochi passi da un ruscello. Secondo le leggende tramandate da generazione in generazione, sarebbero stati i monaci insediatisi negli antichi territori di Curinga a piantare il platano.
L’albero, facente parte della famiglia delle platanaceae, è originario dell’Asia occidentale e del Mediterraneo orientale. Probabilmente la sua rigogliosa e millenaria resistenza è dovuta proprio alla sua posizione ottimale: una buona esposizione e la vicinanza di un corso d’acqua.
Gli altri Luoghi del cuore di Curinga
Come abbiamo accennato, tra i Luoghi del cuore di Curinga troviamo il convento di Sant’Elia con il santuario di Maria Ss. del Carmelo, la chiesa dell’Immacolata, palazzo Bevilacqua, la Marina, la Chiesa matrice con annesso il parco e la pineta di pini marini. Nel primo caso, si tratta di un complesso monastico risalente alla metà del ‘600 suddiviso in tre aree: il sepolcreto sotterraneo che risulta perlopiù integro, la parte del convento della quale è rimasta in piedi solo un’ala, e, per concludere, il santuario della Madonna del Carmine. La chiesa dell’Immacolata sorge sui resti dell’antica chiesa di S. Nicola, distrutta a sua volta dal sisma del 1783. È un edificio a tre navate con transetto e una cupola su tiburio ottogonale.
Palazzo Bevilacqua è un edificio signorile risalente alla seconda metà del XVIII secolo; attualmente il palazzo appartiene al Comune. Costruita anch’essa in seguito al terremoto del 1783, la chiesa matrice è dedicata a Sant’Andrea apostolo. All’interno dell’edificio sono presenti sculture lignee e dipinti del XVII secolo e del XVIII secolo. La Marina di Curinga, infine, fa parte del SIC “Dune dell’Angitola” e vanta la presenza di tartarughe Caretta.
(Foto FAI/Wikipedia)