Lamezia. “Alla ricerca del cibo perduto. La tradizione gastronomica della Calabria tra storia, miti e leggende” (Grafichéditore). È il titolo del libro scritto a quattro mani dalla professoressa Manuelita Iacopetta e dal dottor Pietro Ardito, noti professionisti lametini.
Alla ricerca del cibo perduto
“Il nostro intento – spiegano gli autori – è quello di far conoscere e promuovere le eccellenze enogastronomiche della Calabria. Una terra antica che vanta una tradizione millenaria grazie a dei prodotti tipici la cui qualità è comprovata e riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Il nostro non vuol essere un semplice libro di antiche ricette o un catalogo aggiornato di prodotti di qualità, ma una approfondita ricerca di letteratura gastronomica. Un exursus in cui si incontrano e si compendiano tutti gli aspetti e le dimensioni della tradizione culinaria calabra. Da quello sociologico e antropologico a quello strettamente culturale, senza dimenticare l’aspetto salutare e salutistico rappresentato dalla dieta mediterranea nata propria in Calabria”.
La Calabria a tavola: dal Pollino allo Stretto un tripudio di profumi e sapori
“Intendiamo creare un focus – continuano gli autori – su questa enorme ricchezza che vede legate indissolubilmente le eccellenze del territorio e gli usi e i costumi locali che affondano le loro radici in secoli di buone pratiche”. Usanze tramandate di generazione in generazione quasi fossero dei veri e propri riti. Il volume vuol essere una mappa completa delle tipicità enogastronomiche che caratterizzano le varie aree del territorio calabrese, dal Pollino allo Stretto. Un percorso articolato che si incammina tra sentieri di sapori e di contaminazioni culturali.
Il buon mangiare e l’arte dell’accoglienza
L’opera vuol essere anche un mezzo per incentivare quel turismo culinario che è emblema dei territori. L’obiettivo è quello di innestare l’esperienza antica con i moderni mezzi di comunicazione per la creazione di nuove sinergie e nuove opportunità di conoscenza. Corsie preferenziali per turisti alla ricerca del gusto. In pratica, turismo culturale e gastronomico insieme, come vettore trainante per l’economia di un territorio come il nostro, ricco di arte, spiritualità, storia secolare. Non solo un libro, dunque, ma un progetto con cui evidenziare anche le virtù dell’accoglienza e dell’ospitalità che da sempre contraddistinguono positivamente la gente di Calabria.
“Queste virtù – concludono gli autori – appartengono al patrimonio socio-antropologico delle nostre comunità, espressione genuina di fraternità solidale. L’accoglienza, vista come cultura di vita e di reciprocità, si rivela e si traduce concretamente anche nel sano mangiare, nella condivisione del desco. La tradizione popolare calabrese ci tramanda un modus operandi che è quasi un assioma: “Gli ospiti vanno coinvolti e resi partecipi attraverso quel metodo che i sociologi chiamano approccio di comunità”.