La città di Lamezia Terme in questi giorni festeggia i suoi patroni, i santi Pietro e Paolo. Un momento di festa che, quest’anno, i lametini vivono in maniera ancora più intensa per il prossimo ingresso in diocesi del nuovo vescovo, mons. Giuseppe Schillaci, del clero di Catania.
L’ordinazione episcopale del nuovo presule è in programma per sabato 6 luglio su corso Numistrano, nei pressi della cattedrale dedicata ai santi patroni. A presiedere la celebrazione durante la quale sarà consacrato il nuovo pastore diocesano, sarà l’arcivescovo di Catania mons. Salvatore Gristina.
Lamezia città riconoscente per il ministero episcopale di mons. Cantafora
La Chiesa di Lamezia ringrazia mons. Luigi Cantafora, vescovo uscente, per i quindici anni di ministero episcopale. Sabato 29 giugno, in occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo patroni della città e della diocesi, in cattedrale si terrà il solenne pontificale di ringraziamento alla presenza del clero diocesano. Saranno presenti anche le autorità civili e militari. Al termine della celebrazione ci sarà la tradizionale processione dei santi patroni per le vie del centro che si concluderà con la benedizione da parte del vescovo.
“Accompagniamo con la preghiera il nuovo pastore della Chiesa lametina, mons. Giuseppe Schillaci, a cui va tutto il mio affetto e la mia stima – ha affermato mons. Cantafora quando ha annunciato la nomina del nuovo presule – A tutta la diocesi dico: stringiamoci al nuovo pastore come un padre. Facciamo in modo che il nuovo vescovo sia veramente accolto. Sono felice che Mons. Schillaci abbia nel suo ministero una significativa esperienza come rettore del seminario: così saprà stare vicino a tutti, in particolare ai giovani”.
Lamezia, città in festa pronta ad accogliere il nuovo pastore diocesano
“Lasciamo venir fuori, con ottimismo, il bene che c’è nelle nostre comunità e nel nostro territorio tra la nostra gente. Allontaniamo con ferma decisione il male, anzitutto dai nostri comportamenti. Proiettiamoci con rinnovata fiducia verso il futuro, non smarriti e stanchi ma speranzosi e gioiosi”. È uno stralcio del messaggio che mons. Schillaci ha inviato alla diocesi lametina dopo la sua elezione a vescovo.
Nel suo primo documento ufficiale destinato alla sua nuova comunità ecclesiale, il nuovo presule ha ringraziato in particolare il vescovo Luigi Cantafora, pastore della Chiesa lametina per 15 anni. Ha rivolto un ‘grazie’ sentito al clero, ai religiosi ogni giorno protesi “in un servizio sempre più generoso, infaticabile e disinteressato nei confronti di tutti, in particolare dei più piccoli e dei più poveri”.
Non per essere servito ma per servire
“Non per essere servito, ma per servire”. Sono tratte dal Vangelo di Matteo le parole del motto episcopale scelto da mons. Schillaci.
Lo stemma è composto da uno scudo di foggia bucranica (rinascimentale), classico e frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica. Vi è anche una croce trifogliata in oro, gemmata con cinque pietre rosse che richiamano le cinque piaghe di Cristo. La torre che campeggia nello scudo ha più significati: essa ricorda Adrano, città natale del nuovo vescovo, e richiama la città di Lamezia nel cui stemma appare la torre del Bastione di Malta.
In araldica la torre è simbolo di protezione, in questo caso assume anche un significato mariano: è Maria, la “Turris eburnea” delle Litanie lauretane, alla cui materna protezione mons. Schillaci affida il suo nuovo ministero pastorale. Nel “capo” dello scudo, vi è il libro della Parola di Dio, l’Alpha e l’Omega, il Principio e la Fine. L’oro è il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima tra le virtù teologali che è la Fede. Il rosso è il colore dell’amore e del sangue: l’amore incondizionato e assoluto del Padre che invia il Figlio per redimere l’umanità.