Capita spesso, soprattutto quando si è molto giovani, di sentirsi responsabili di un cambiamento, in positivo, della realtà alla quale si appartiene. È questa la motivazione principale che spinge i giovani volontari del servizio civile nazionale a candidarsi per i vari bandi pubblicati annualmente. Introdotto e disciplinato dalla legge n. 64 del 6 marzo 2001, il servizio civile nazionale è un’esperienza di crescita aperta ai giovani dai 18 ai 28 anni. Chiunque voglia trascorrere un anno fatto di impegno e formazione, e partecipare attivamente allo sviluppo della comunità, può aderire a un progetto proposto da un ente, in Italia o all’estero. Sono differenti i campi all’interno dei quali svolgere questo percorso: attività assistenziali, attività legate all’ambiente e alla protezione civile e attività culturali ed educative.
Anche a Lamezia Terme, ogni anno, vengono presentati numerosi progetti di servizio civile e le domande pervenute sono sempre molte. Giovani che decidono di impegnarsi attivamente nella costruzione e nello sviluppo di dinamiche sociali positive e virtuose. Ragazzi che si mettono in gioco e che, per un anno, si rendono disponibili a promuovere la solidarietà nei confronti di persone meno fortunate e a favorire la cooperazione tra i numerosi servizi del territorio. Proviamo a conoscere meglio questi giovani volontari lametini.
Possono essere molteplici le ragioni che spingono un ragazzo a candidarsi per un bando di servizio civile nazionale. Quale è stata la principale motivazione che ti ha convinto a presentare la domanda?
«Ho deciso di iniziare questa esperienza formativa soprattutto per mettermi alla prova. Essendo uno studente universitario al secondo anno, è stato un po’ difficile conciliare tutti gli impegni, ma la volontà di intraprendere un percorso nuovo e gratificante ha avuto la meglio».
(Emanuele Francesco, 20 anni, studente universitario)
«Il motivo principale che mi ha spinto a candidarmi per un bando di servizio civile è stato quello di poter fare un’esperienza formativa nuova e diversa da quelle svolte in precedenza. Inoltre, ricevere, seppure solamente per un anno, una remunerazione, ha avuto molto peso in questa scelta, anche perché in questo modo riesco a essere un po’ più indipendente economicamente».
(Mariacristina, 23 anni, laureata)
Pensi che il Servizio Civile possa essere un trampolino di lancio per entrare nel mondo del lavoro?
«Assolutamente sì. Sebbene non sia il settore nel quale vorrei lavorare un domani, è sicuramente un’ottima opportunità per approcciarsi al mondo del lavoro».
(Claudia, 25 anni, parrucchiera qualificata)
«Sì, assolutamente. Ogni bando, infatti, prevede un monte ore da dedicare alla formazione che, secondo me, è essenziale per ampliare il proprio bagaglio culturale. Il sapere acquisito potrà, poi, essere speso nel mondo del lavoro».
(Alessia, 27 anni, laureata)
L’esperienza che stai vivendo rientra nel campo della tua formazione e/o è vicina ai tuoi interessi?
«Essendo laureata in Servizio sociale, questa esperienza rientra sicuramente nel settore della mia formazione, data la sua vicinanza al mondo del sociale. Durante il servizio civile non svolgo esattamente le mansioni tipiche della mia professione, d’altronde sarebbe impensabile, però mi sono resa conto che spesso ho dovuto applicare, nel rapporto con gli altri, molte cose imparate durante gli anni universitari».
(Mariacristina, 23 anni, laureata)
«Assolutamente no. Ho preso il diploma di parrucchiera e mi sono specializzata in quel campo, quindi un mondo lontano rispetto a quello del sociale e dell’assistenza. Un universo, però, al quale ho scoperto di sentirmi molto vicina».
(Claudia, 25 anni, parrucchiera qualificata)
Parlaci un po’ del progetto del quale fai parte
«Il progetto nel quale sono inserito si chiama “Codesign Innovazione e Partecipazione“. Come si può dedurre già dal nome, esso ha a che fare con il mondo della tecnologia e della innovazione digitale. Lo trovo molto interessante, soprattutto perché tratta del progresso informatico del quale tutti, ormai, facciamo parte. Al momento stiamo progettando delle attività da attuare nelle scuole per formare giovani programmatori».
(Francesco Emanuele, 20 anni, studente universitario)
«Il progetto del quale faccio parte si occupa principalmente di assistenza ai disabili fisici e cognitivi. La principale attività svolta consiste nell’accompagnarli presso le aziende ospedaliere e nelle varie associazioni frequentate. Con alcuni di loro, inoltre, svolgiamo attività ricreative direttamente presso il domicilio: leggiamo dei libri, facciamo passeggiate, decoriamo utensili con la tecnica del découpage e ci regaliamo sorrisi vicendevolmente».
(Mariacristina, 23 anni, laureata)
Qual è la situazione più difficile che, fino a questo momento, hai dovuto affrontare? E quella che credi ti abbia insegnato di più?
«La situazione più difficile che ho affrontato, fino ad ora, è stata quella di dover trovare le parole giuste da dire a un ragazzo sulla sedia a rotelle in un momento di sconforto. Allo stesso tempo, però, è stata anche quella che mi ha insegnato tanto, soprattutto su me stessa. Non credevo di essere così forte e determinata».
(Alessia, 27 anni, laureata)
«Di momenti difficili ce ne sono stati tanti, soprattutto perché sono entrata a contatto per la prima volta con una realtà che non conoscevo bene. Ma ogni giorno, ognuno di loro, ha qualcosa da insegnarmi. Ho capito, ad esempio, che nel mio piccolo, anche con un semplice sorriso posso fare molto».
(Claudia, 25 anni, parrucchiera qualificata)
Credi che questa esperienza possa arricchirti professionalmente e/o umanamente?
«Sono assolutamente convinta che questa esperienza mi abbia arricchito molto e che mi riserverà ancora tante belle sorprese. Dal punto di vista professionale perché sono entrata a contatto con molte realtà difficili e mi ha insegnato a saper trovare sempre una soluzione ai problemi. Ma soprattutto mi sento umanamente più matura rispetto a quando ho iniziato».
(Mariacristina, 23 anni, laureata)
«Se ripenso alla me di un anno fa, mi vedo completamente diversa. Fare questa esperienza mi ha fatto capire che gli altri possono darti davvero tanto. I ragazzi con cui entro a contatto ogni giorno mi hanno insegnato che tutte le paranoie che spesso ci facciamo non sono nulla, se messe a paragone con problemi più gravi. Ma loro hanno sempre il sorriso stampato in faccia, hanno una voglia di vivere e di fare immensa. Dovrebbero essere un esempio per tutti».
(Claudia, 25 anni, parrucchiera qualificata)