Flavio Insinna protagonista dello spettacolo “La macchina della felicità”. L’attore romano, di scena al Teatro Comunale di Catanzaro, sarà affiancato dai musicisti della sua Piccola orchestra.
Gli artisti sono Martina Cori ( voce), Vincenzo Presta (sassofono), Filippo D’Allio (chitarre), Giuseppe Venezia (basso e contrabbasso), Saverio Petruzzelis (batteria e percussioni). E poi c’è anche Angelo Nigro, che oltre a suonare il piano e le tastiere è anche il direttore musicale. L’evento è promosso dall’associazione culturale Ama Calabria di Lamezia Terme che sta curando la nuova stagione teatrale del Comunale. Prima di esibirsi sul palco del teatro calabrese, Flavio Insinna rivela un po’ di sé e dello spettacolo in una simpatica ed interessante intervista.
Flavio Insinna, un attore che si diletta anche a scrivere
Lo spettacolo “La macchina della felicità” è tratto dal suo omonimo libro. Come ha ricreato la trama portandola sul palcoscenico?
“Abbiamo pensato a una sorta di ricreazione, a uno di quei periodi, come Natale, in cui ci si ritempra l’anima. Una di quelle occasioni in cui si festeggiano la vita, l’amicizia, la famiglia e le tradizioni con quella sana allegria caratteristica del momento”.
Una delle particolarità dello spettacolo è la partecipazione attiva degli spettatori.
“È vero. Ci scrivono dei pensieri in cui esprimono la loro idea di felicità e noi li leggiamo. Il nostro desiderio è che ognuno alla fine lasci il teatro più leggero di come è arrivato”.
Flavio Insinna e i maestri di vita
Cos’è per lei la felicità?
“È guardare al futuro, a quello che ci attende con curiosità. È imparare da chiunque, arricchendosi. Anche questa per me è una forma di felicità. Io ho avuto dei grandi maestri di vita come i miei genitori e nel lavoro Abatantuono, Proietti e Frassica”.
La ricreazione: fermarsi un attimo per star più vicini agli altri
Ha parlato di ricreazione. Come la immagina oggi?
“Credo che oggi non sia più facile vivere momenti come quelli che accadevano a scuola al suono della campanella. Vedo la nostra gente preoccupata per il proprio futuro. Bisogna stare più vicini agli altri, dare una mano a chi ne ha bisogno e guardarsi intorno non pensando solo a sé stessi”.
Qual è il suo rapporto con il teatro?
“È il brivido che mi dà il rapporto diretto con il pubblico. Nessuna mediazione, né possibilità di rimediare ad eventuali errori”.
Il Teatro Comunale di Catanzaro lo attende con entusiasmo. Una nuova platea a cui “donare” un po’ di felicità
“Ogni volta che incontro il mio pubblico è quello che vorrei trasmettere. Spero di riuscirci”.
