Coronavirus. La Calabria come sta affrontando questa situazione emergenziale che ha letteralmente travolto il nostro Paese? L’estrema regione dello Stivale ha approntato, in primis, delle misure precauzionali negli scali aeroportuali di Lamezia e di Reggio Calabria.
A tal proposito le autorità competenti hanno creato una task force. Nei due aeroporti si stanno applicando i protocolli ministeriali per effettuare i controlli relativi all’emergenza Coronavirus. Già dal 5 febbraio scorso sono scattate le procedure previste, in seguito alla nota diffusa dal Consiglio dei ministri.
Coronavirus, i controlli negli aeroporti
Nei due scali sono controllati tutti i passeggeri che arrivano con voli internazionali e tutti quelli che giungono da Roma e dal Nord Italia. Ad ogni passeggero viene misurata la temperatura corporea con i termometri ad infrarossi.
In uso anche i termoscanner che registrano la temperatura al passaggio delle persone e inviano i dati ai tablet ad essi collegati. La temperatura non deve superare i 37,5°. Nei casi in cui il valore dovesse superare il parametro indicato, il passeggero è subito affidato alle cure dei sanitari e messo sotto osservazione in ospedale.
La task force
La task force che sta effettuando i controlli negli aeroporti calabresi è stata creata dal dipartimento Tutela della salute, politiche sanitarie della Regione e dalla Protezione civile regionale. Il team è in stretto contatto con l’Istituto superiore di Sanità, il ministero della Salute, l’Usmaf (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera).
L’ospedale di riferimento per la Calabria è il Pugliese di Catanzaro
Nel team ci sono anche la Protezione civile nazionale e la Croce rossa, le associazioni di volontariato Cisom e Cives. Nel caso in cui dovessero essere rilevati casi sospetti, la struttura sanitaria di riferimento per tutta la regione è l’ospedale civile “Pugliese” di Catanzaro.
Inoltre, per un efficace coordinamento con le strutture territoriali, al dipartimento Salute della Regione è stato attivato un gruppo di lavoro. Di questo gruppo fanno parte le unità operative di Malattie infettive regionali, gli Ordini dei medici, i dipartimenti di Prevenzione e le unità operative di Igiene e sanità pubblica delle Asp. Coinvolti anche i laboratori di microbiologia, le centrali operative del 118, gli esperti infettivologi.
Coronavirus, le indicazioni della presidente della Regione Jole Santelli
In una nota diffusa agli organi di informazione, la governatrice Jole Santelli invita “i cittadini calabresi che stanno rientrando dalle regioni del Nord interessate dall’espansione epidemica, oltre che dalle altre aree internazionali già definite a rischio (Cina soprattutto), a comunicare alle autorità sanitarie locali il loro rientro. Ciò in modo da valutare misure di quarantena attiva volontaria nel proprio domicilio anche in assenza di sintomi”.
La presidente Santelli esorta: “Dobbiamo cercare, tutti, di osservare le norme precauzionali. Evitare di confondere innocue malattie di stagione con il Coronavirus. In caso di dubbi evitare di recarsi direttamente in ospedale e telefonare al numero 1500 oppure contattare il proprio medico di fiducia”. La presidente della Regione fa sapere che “ la chiusura delle scuole, dei luoghi di aggregazione, degli uffici, verranno attuate solo se sarà individuato un focolaio. Ciò, per come richiesto dall’Oms”.
Anche i vescovi calabresi prendono precauzioni contro il Coronavirus
Nell’ultima riunione della Conferenza espiscopale calabra, i vescovi della regione hanno stabilito delle misure precauzionali rivolte a sacerdoti e fedeli. Indicazioni da seguire durante lo svolgimento dei riti religiosi. I pastori delle Chiese di Calabria suggeriscono vivamente di svuotare le acquasantiere e di evitare di bagnarsi gli occhi con l’acqua benedetta in occasione dell’imposizione delle ceneri.
E, ancora, viene si consiglia di evitare il segno della pace durante la messa. I presbiteri dovranno dare la comunione solo sulla mano; bisognerà evitare anche il ‘rito collettivo’ delle condoglianze ai funerali. Anche ai presbiteri, ai diaconi e ai ministri dell’eucarestia si raccomanda di lavarsi bene le mani.